Fragmented Museum: Neue Staatsgalerie

James Stirling è negli anni settanta uno degli architetti di maggiore successo internazionale e senza dubbio uno dei migliori interpreti delle innovazioni di quegli anni.

Francesco Dal Co lo ricorda così: “osservava disincantato il mondo e guardava il nostro tempo senza illusioni. Odiava gli stereotipi, ma era attratto dal potere esercitato dai luoghi comuni…Era curioso. Da ogni viaggio ritornava con una sorpresa. Mandava in ogni occasione cartoline e progetti illustrati da microscopici disegni, altrettanti argomenti di cui discutere in occasione dell’incontro successivo…A differenza di molti era un maestro che amava più di ogni altra cosa la libertà: pensava che l’unico insegnamento che vale la pena tentare ancora di impartire è il desiderio di essere liberi”.

Nel 1977 vince il concorso per l’ampliamento della nuova Galleria Nazionale di Stoccarda.

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Il bando poneva le seguenti condizioni:

  • che il complesso fosse polifunzionale;
  • che tenesse conto delle strutture esistenti;
  • che  includesse un parcheggio lungo la Konrad Adenauer Strasse;
  • che prevedesse un percorso pedonale pubblico di collegamento tra Urbanstrasse e Konrad Adenauer Strasse.

Stirling realizza un progetto che risponde all’insieme di esigenze che il committente richiedeva, nonchè alla direzione che l’architettura aveva preso in quegli anni, diventando il punto di riferimento dell’architettura museale contemporanea.

L’innovazione portata da Stirling risiede soprattutto nella nuova concezione di museo e spazio museale contemporaneo. Il museo non è più visto solo come luogo di conservazione, valorizzazione ed esposizione dell’arte, ma diventa soprattutto un luogo urbano di aggregazione sociale nella città e per la città. In questo senso possiamo capire la multifunzionalità che l’organismo acquisisce, non solo nella diversificazione dell’offerta espositiva, ma anche attraverso l’inserimento di strutture commerciali, ricreative, educative. Con la Staatsgalerie la città entra nel progetto come principale parametro di riferimento e il progetto conquista un ruolo da protagonista nella costruzione del tessuto urbano.

Avendo come riferimenti Schinkel e il neoclassicismo tedesco caratterizza il centro del complesso come una piazza rotonda circondata da rampe. Studiando Aalto è affascinato dagli andamenti obliqui del padiglione norvegese, e ripropone un muro a doppia inclinazione. I materiali da costruzione sono tra loro eterogenei: muri in pietra per l’esterno, pavimenti in plastica e infissi fortemente colorati.

Pur mantenendo un impianto planimetrico simmetrico e molto rigido, sviluppa il tema del frammento, della rovina e del “non finito”. L’intero complesso, infatti, è tagliato da un percorso urbano che attraversa la piazza centrale e frammenta l’opera. Non si percepisce, dunque, l’impianto planimetrico rigido, ma si ha percezione di un organismo frammentato  e disgregato.

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Riferimenti:

– “Architettura e modernità”, Antonino Saggio

– Blog “Costruttori di futuro”, intervento di Giacomo Sterlina